Il mondo del Gallo Nero:
la sua storia, il suo territorio
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La Toscana regione conosciuta ovunque come terra di
grandi vini ed una parte importante del suo territorio destinata a
produzioni di qualit, tra le quali primeggia, per lunga tradizione,
per notoriet e per consistenza, il Chianti Classico. Questa denominazione
legata esclusivamente all'area da sempre chiamata Chianti, ovvero
quella zona che si estende fra Firenze e Siena, la cui civilt ha origini
molto antiche. Numerose sono infatti le testimonianze che ricordano,
in queste contrade, la presenza degli Etruschi e dei Romani, ma a
partire dal Medio Evo che il Chianti comincia ad acquistare nel paesaggio
architettonico che a tutt'oggi lo contraddistingue. Molte sono le
leggende che riguardano questa terra, tra cui quella che fa nascere
il gallo nero in una singolare tenzone medievale; ma dato storico
che proprio il gallo nero, simbolo della pace raggiunta tra le due
repubbliche toscane, fu a partire dal 1300 l'insegna della Lega militare
del Chianti. Nel corso dei secoli, questo territorio fu teatro di
violente contese tra Firenze e Siena, cosicch accanto ai villaggi
chiantigiani, alle pievi e alle badie furono costruiti castelli e
roccaforti, in parte poi trasformati in ville e residenze quando i
tempi si fecero pi tranquilli. A partire dal '700, poi, con la rinascitaagraria
della Toscana, il paesaggio si arricchisce delle testimonianze di
una diversa organizzazione del lavoro e a quel periodo risalgono gran
parte delle case coloniche e le sistemazioni poderali, ancor oggi
esistenti.
Per lo pi il territorio chiantigiano mantiene intatta
questa fisionomia di civilizzazione agraria, che lo rende un esempio
unico al mondo, con le sue bellezze naturali che hanno acquistato
ulteriore fascino grazie al lavoro e alla presenza dell'uomo. A difesa
di questo patrimonio hanno contribuito nel tempo i chiantigiani, attaccati
con amore alla loro terra; nel 1990, poi, stata costituita la Fondazione
per la Tutela del Territorio del Chianti Classico, il cui scopo
salvaguardare l'ambiente ed il paesaggio, i beni artistici e le tradizioni
storico-culturali di questa area geografica, nonch coordinare i nuovi
inserimenti urbanistici affinch rispettino l'insieme armonico esistente.
Questo territorio cos ricco di storia, di cultura e
di tradizioni comprende nelle sue terre i comuni di Castellina, Gaiole,
Greve e Radda in Chianti per intero ed in parte quelli di Barberino
Val d'Elsa, Castelnuovo Berardenga, Poggibonsi, San Casciano Val di
Pesa e Tavarnelle Val di Pesa: in tutto 70.000 ettari. Per lo pi coperto
da boschi, dove prevalgono querci, castagni e pini, punteggiato da
cipressi, il Chianti una zona collinare con altitudini che oscillano
tra i 250 e i 600 metri. Il clima continentale ma senza eccessive
escursioni termiche, con precipitazioni annue medie solitamente attorno
agli 800-900 millimetri di pioggia; i terreni, sassosi e poco profondi,
con pendenze anche notevoli, sono costituiti in prevalenza da arenarie
nelle zone pi alte e da alberese in quelle pi basse.
Le caratteristiche del clima, del terreno e dell'altitudine
rendono il Chianti una regione particolarmente vocata alla produzione
di vini di qualit, primo fra tutti il Chianti Classico, e di un altro
prodotto tipico e di grande pregio, l'olio extra vergine di oliva.
L'elemento caratteristico del paesaggio agrario chiantigiano
sono infatti i filari dei vigneti specializzati ed i recenti oliveti,
colture che interessano rispettivamente 10.000 e 8.000 ettari. Dei
10.000 ettari coltivati a vite, circa 7.000 sono destinati al vino
Chianti Classico Docg (ovvero denominazione di origine controllata
e garantita, la qualifica pi alta per i vini italiani), la cui produzione
si aggira mediamente ogni anno attorno ai 280.000 ettolitri.
I vini del Gallo Nero sono presenti su mercato in
due versioni: normale e riserva. Il primo contraddistinto dal marchio
del gallo nero con bordo rosso, il secondo con l'antico emblema con
bordo oro. Il Chianti Classico normale, vino relativamente giovane
e ricco di fruttato, viene messo in commercio a partire dal 1 ottobre
successivo alla vendemmia (per i soci del Consorzio, il Consiglio
di Amministrazione potr deliberare, a seconda delle annate, di posticipare
di ulteriori tre mesi tale termine); la riserva, vino ricco di struttura
e capace di affrontare un lungo periodo di maturazione, pu essere
definita tale solo se raggiunge una maggiore gradazione alcolica (12,5
e dopo aver subito un invecchiamento minimo di ventisette mesi, di
cui almeno tre di affinamento in bottiglia. Si tratta di un vino "importante"
al quale sono destinate fin dalla vendemmia le uve migliori, che nel
corso della vinificazione cedono polifenoli e tannini nobili, ovvero
le sostanze che poi garantiscono al prodotto grande spessore, bouquet
ampio e complesso, equilibrio tra eleganza e potenza. Evidentemente
solo le annate migliori, quando la maturazione delle uve perfetta
ed omogenea, possono dare vini cos strutturati da essere destinati
all'invecchiamento.
Il Chianti Classico, quindi, abbraccia tipologie
di vino anche molto diverse tra loro: una diversit determinata dalle
condizioni micropedoclimatiche in cui allevato il vigneto, dalle caratteristiche
dei cloni dei vitigni utilizzati (ovvero le propriet genetiche che
distinguono una pianta dall'altra), dai sistemi di coltivazione e
di vinificazione. In particolare nel corso della trasformazione da
uva in vino si possono ottenere prodotti "giovani" e di
piacevole consumo, caratterizzati dalla grande bevibilit, perfetti
in abbinamento a minestre e a piatti a base di carni bianche e rosse,
purch non troppo saporite. Ma per arrosti, brasati, selvaggina o formaggi
stagionati il compagno ideale la severa riserva, nella quale prevale
la possente struttura del sangiovese. Una delle peculiarit del Chianti
Classico, in conclusione, proprio la fascia amplissima di cibi che
pu accompagnare, che va ben oltre le tradizioni gastronomiche dei
luoghi in cui nacque.
Il nome Chianti riferito al vino appare per la prima
volta in documenti notarili nel 1404 ma fin dall'antichit in questo
territorio si coltiva la vite e reperti etruschi testimoniano che
gi in quei lontani secoli si trattava di una coltura importante. Il
vino prodotto su queste colline acquist grande prestigio nel tempo
tanto da indurre nel 1716 il Granduca di Toscana Cosimo III a tutelarne
il nome, fissando in un bando i confini della zona di produzione,
che corrispondono approssimativamente agli attuali 70.000 ettari.
Il bando granducale il primo documento legale nella storia che prevede
la delimitazione di un'area viticola di produzione, precedendo di
circa duecento anni ogni altra iniziativa del genere.
In epoca moderna, proprio per la notoriet che aveva
acquistato il Chianti, si trov conveniente produrlo in tutti i territori
toscani dotati di una certa vocazione viticola, adottando le stesse
pratiche e gli stessi uvaggi messi a punto nel territorio di origine.
Questo vino per convenienza veniva commercializzato con il nome di
Chianti, cio fatto all'uso del Chianti, e fu cos che l'indicazione
geografica si trasform in una denominazione enologica e accanto all'originario
Chianti (definito poi Classico a riconoscimento della sua primogenitura)
nacquero altre sei diverse tipologie.
Un decreto ministeriale del 1932 sanc questo stato
di cose ma conferm definitivamente la particolare vocazione della
zona classica, distinguendo il Chianti prodotto nell'area storica
da quello prodotto nel resto della Toscana, e la defin la "zona
di origine pi antica".
Per potere acquisire questa denominazione non sufficiente
che il vino sia prodotto nella regione del Chianti Classico, deve
anche rispettare tutta una serie di regole previste nel disciplinare
di produzione, prima fra tutte la particolare base ampelografica.
L'uva pi importante per percentuale (dal 75 fino al 100%) e per tipicit
il Sangiovese, vitigno a bacca rossa originario dell'Italia centrale,
che d vita a vini dal colore rosso rubino che con l'invecchiamento
tende al granato, dal profumo di spezie e piccoli frutti di bosco,
dalla buona struttura, eleganti, rotondi, vellutati.
Assieme al Sangiovese possono essere presenti un'altra
uva a bacca rossa, il Canaiolo (con percentuale massima fino al 10%)
e due a bacca bianca, il Trebbiano e la Malvasia (fino al 6%). Possono
essere utilizzate anche fino ad un massimo del 15%, altre uve a bocca
rossa, dal Colorino, tipico vitigno del Chianti, agli internazionali
Cabernet e Merlot.
Altri aspetti peculiari del Chianti Classico sono:
l'entrata in produzione dei nuovi vigneti a partire dal quarto anno
dall'impianto, la bassa resa sia a pianta (max 3 chilogrammi di uva
a ceppo) che ad ettaro (max 52,50 ettolitri di vino), la gradazione
alcolica minima di 12ー per il vino normale e di 12,5ー per quello della
riserva. L'immissione al consumo del vino non pu avvenire prima del
1 ottobre dell'anno successivo alla vendemmia, per dare modo alle
varie componenti di raggiungere un perfetto equilibrio.
Con il 1996, il Chianti Classico diventato finalmente
una docg autonoma. Con il decreto ministeriale del 5 agosto 1996 stato
infatti approvato il disciplinare separato per la denominazione Chianti
Classico, un traguardo di grande importanza che restituisce al Chianti
Classico la sua dignit di zona pi antica e riconosce definitivamente
la peculiarit e la tipicit di questo grande vino.
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